Alla scoperta dei frost flowers

Incredibilimente, lo hashtag #crystallofolia su Instagram restituisce solo 78 immagini.

Conoscete i frost flowers?

Noi li abbiamo scoperti oggi e vogliamo accompagnarvi lungo il sentiero per vederli. Sarà l’occasione per mostrarvi anche le tante altre meraviglie che abbiamo incontrato sul nostro cammino.

Naturalmente, si tratta di un sentiero che parte dal nostro borgo ed è solo una delle meravigliose escursioni che si possono organizzare durante un soggiorno nel B&B Brugnola1932 Vegan Country House. Come sempre, ovunque noi andiamo, il nostro Piccolo Chef viene con noi, quindi vi garantiamo che si tratta di una passeggiata kid friendly; basta avere il giusto abbigliamento e, magari, un kit da piccolo esploratore!

L’idea della passeggiata di oggi è nata proprio per inaugurare uno dei regali di Natale ricevuti dal topo: bussola, borraccia riutilizzabile (perché noi siamo plastic-free), binocolo pieghevole, macchina fotografica digitale, pinzetta per la raccolta dei campioni naturalistici e lente di ingrandimento per l’osservazione. Siamo partiti per raccogliere qualche lichene e siamo approdati ad una meraviglia rarissima da osservare, che la Natura offre solo in condizioni molto particolari e che bisogna cogliere al volo, perché la sua delicatezza e il cambiamento repentino delle condizioni ambientali la rendono di durata effimera. Ogni frost flower è diverso dall’altro e questo spiega anche perché il fenomeno in abbia tanti nomi diversi: fiore di ghiaccio, barba di ghiaccio, castelli o boccioli di ghiaccio. Il nome corretto, per noi giovani esploratori e aspiranti scienziati , è CRYSTALLOFOLIA.

Partiamo da Brugnola e, superato un breve tratto di Via degli Abati in direzione S-E, iniziamo a salire fino a ritrovarci paralleli al rio Brugnola. Il sentiero non è segnato, ma lo si trova facilmente e abbiamo memorizzato la traccia GPS per i nostri ospiti che ce la richiedessero.

Questo strano inizio di inverno ci sta regalando giornate miti al sole, ma, avvicnandosi al fiume e alle sue cascate, la temperatura scende poco sotto lo zero; si passa così da tratti di bosco ancora poco più che autunnali, in cui le foglie secche scrocchiano sotto agli scarponi, a tratti decisamente invernali, dove ci si può divertire a rompere le pozzanghere di ghiaccio. Tenete a mente questi giochi di temperature, perché è proprio grazie ad esse che i fiori di ghiaccio possono “sbocciare”.

Le piogge di Novembre e Dicembre sono ormai lontane, ma molte piccole cascate sono ancora attive e i ruscelli attraversano il sentiero, dando la possibilità ai più piccoli di sperimentare dei semplici guadi e alle nostre orecchie di godere di uno dei rumori naturali più piacevoli e rilassanti che si possano ascoltare. Un giardino zen naturale, praticamente ( qui https://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/l_acqua_che_facilita_il_sonno trovate due righe sul suo effetto sul nostro cervello, ma una ricerca di “rumore bianco dell’acqua” su Google potrà aprirvi un mondo).

Un dettaglio che spesso sorprende i nostri ospiti è che questi boschi, in parte impervi, erano un tempo abitati, tanto che è ancora possibile incontrare piccole casette in pietra che ci riportano a tempi passati. E’ impossibile non provare ad immaginare come dovesse essere la vita allora: famiglie numerose in piccole case, i bambini che venivano a piedi tutti i giorni fino al nostro borgo (perché qui, proprio di fianco all’agriturismo, c’era una scuola), portandosi ciascuno un pezzetto di legno per scaldare l’aula, come ci racconta sempre un ex bambino di Brugnola, che ora ha più di 80 anni e che per noi rappresenta la memoria storica del posto. Gli scheletri di queste case testimoniano la laboriosità e la perizia costruttiva di queste persone: due strati di pietra per isolare il più possibile, travi di castagno per le solette e i tetti, che ancora restano intere nonostante il tempo e le piogge e la neve! Non stiamo solo risalendo il corso del fiume: stiamo viaggiando indietro nel tempo, spostandoci a piedi, lentamente, nel silenzio, perdendo senza crucci il segnale dei telefoni e ricentrandoci sui nostri pensieri…o forse dimenticandoli, fino a spegnere il rumore di sottofondo costante nelle nostre menti.

Gli ellebori sono quasi pronti a fiorire, orgogliosi di essere gli unici a fare compagnia agli amenti dei  noccioli. Il resto del bosco riposa, morbido di muschio soffice.

Arriviamo alle prime, piccole cascate del rio, in fondo ad una breve scarpata. La stagione è ottima per riuscire a vederle, senza l’ostacolo delle foglie dei faggi e del sottobosco. Vicino al fiume, le temperature si abbassano e ci imbattiamo nelle prime meraviglie: estrusioni di ghiaccio vellutato circondano grosse palle di “vetro”, come gigantesche gocce che si sono congelate.

Ma le prime barbe arrivano più in alto, poco prima della cascata più larga: soffici, delicate, nascono da vecchi rametti caduti. Se ne intuisce subito la delicatezza, ma la tentazione di provare a toccarne una è irresistibile. La cosa migliore è sempre una bella foto: catturiamo l’effimero e fermiamo questo momento quasi irripetibile.

Torniamo a casa, lungo il percorso raccoliamo anche piccoli muschi e  licheni, ma la nostra curiosità ci porta a ricercare la natura di questo strano fenomeno. Scopriamo che le barbe di ghiaccio , o frost flowers, si formano nelle mattine d'autunno o all'inizio dell'inverno, quando il ghiaccio in strati estremamente sottili viene spinto fuori dagli steli delle piante o dal legno. Questa estrusione crea meravigliosi disegni che si arricciano e si ripiegano in splendidi piccioli o barbe congelate,  dando al fenomeno sia il suo nome che il suo aspetto. Le condizioni devono essere particolari affinché si formino i frost flowers.  L'inizio dell'inverno e il tardo autunno sono il momento ottimale per incontrarli, poiché, anche se le condizioni atmosferiche devono essere gelide, è fondamentale che il terreno non lo sia. La spiegazione che ho trovato è la seguente: man mano che la temperatura arriva a zero o al di sotto, la linfa presente nel ramo si espande.  Così facendo, lo strato esterno della corteccia viene sottoposto a una pressione crescente e cominciano a formarsi delle microscopiche fessure sottili, note come fessure lineari.  Queste cederanno finalmente sotto la pressione della linfa e si apriranno. Così facendo, la linfa trasuda lentamente e si congela.  Ma dietro di essa arriva ne arriva dell’altra. Questa nuova acqua raggiunge le crepe e anche essa si congela, spingendo il precedente strato di ghiaccio lontano dal gambo e formando i petali o le barbe.

Chiudiamo la parentesi scientifica e, se vogliamo deliziare gli occhi e la mente, prenotiamo al più presto!

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