Iggy Pop ha salvato i nostri conigli

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Iggy Pop ha salvato i nostri conigli, ieri sera.

Io non guardo quasi mai la tv. Se ieri sera fosse stata una sera come le ultime tre o quattro, sarei svenuta sul cuscino, scomposta, scollegata e con Herman Hesse aperto in due sulla faccia.

Ieri sera mio figlio si è svegliato a mezzanotte per il mal di pancia e ha tenuto sveglia anche me. E’ stato così che sono inciampata in un documentario lunghissimo su David Bowie, Lou Reed e Iggy Pop. Io adoro le vicende epiche delle rock star. Sono andata a letto pensando che Iggy Pop ha l’età di mia madre, ha iniziato a drogarsi prima che io nascessi, molto prima, prima che i miei genitori si conoscessero, prima che Michael Cimino girasse Il Cacciatore, prima che l’uomo andasse sulla Luna o fingesse di farlo; prima di tutto questo e di tante altre cose, lui si drogava. Una certezza della Storia. Ed è ancora qui, distrutto ma vivo, mentre io mi lagno per i capelli bianchi e il mal di schiena, io che sono nata quando lui e Bowie stavano già tentando di disintossicarsi a Berlino Ovest. Così, ieri sera, nel letto, invece di pensare a dormire o di ricominciare a drogarmi ma questa volta in modo serio, sono rimasta sveglia a preparare la playlist da ascoltare oggi, che David Bowie, bah ( mi si perdoni), Lou Reed così così, Ivan Graziani ormai l’ho sviscerato, allora tanto Iggy perché alla fine lo conosco troppo poco.

TRA! PUM. Cazzo i conigli. Era il rumore del cancelletto della conigliera e le loro zampe che picchiavano in terra, fortissimo, come fossero John Bonham, come i conigli usano fare quando hanno paura e devono dare l’allarme. Urlo, sveglio Gil, ci affacciamo alla finestra e vediamo una lunga e sottile ombra nera che fugge, spaventata. Quasi sicuramente, una faina. La conigliera rinforzata ha retto, lo sportellino non si è aperto perché lo chiudiamo con tre sistemi di sicurezza, ma sappiamo che un coniglio può anche morire di paura. E anche noi. Gil è corso giù con Tess, abbiamo iniziato a urlare come venditori di pentole alla fiera del paese e Tess correva e annusava e inseguiva la pista olfattiva. I conigli si erano nascosti nella parte sotterranea della tana, ed erano vivi.

Stamattina stavano trombando come se non fosse successo nulla, o forse stavano celebrando la vita, che è poi l’essenza del rock. Grazie, Iguana, che mi hai tenuto sveglia.

Iggy Pop saved our rabbits last night.

I hardly ever watch TV. If last night had been an evening like the last three or four, I would have fainted on the pillow, disjointed, disconnected and with Herman Hesse open in two on my face.

Last night my son woke up at midnight with a stomach ache and kept me awake, too. That's how I stumbled upon a very long documentary about David Bowie, Lou Reed and Iggy Pop. I love the epic stories of the rock stars. I went to bed thinking that Iggy Pop is as old as my mother is , he started taking drugs before I was born, long before my parents even met, before Michael Cimino shot The Deer Hunter, before man went to the Moon or pretended to ; before all this and many other things, he was taking drugs. A certainty of History. And he's still here, destroyed but alive, while I'm complaining about my white hair and back pain, me being born while he and Bowie were already trying to rehab in West Berlin. So, last night, in bed, instead of thinking about sleeping or starting to do drugs again but this time in a serious way, I stayed awake  preparing the playlist to listen to today... David Bowie, bah (forgive me), Lou Reed so and so, Ivan Graziani now I have totally examined, then so much Iggy because in the end I know too little of his music.

TRA! PUM. Fuck! the rabbits. It was the noise of the rabbit gate and their legs beating on the ground, very loud, as if they were John Bonham, as rabbits use to do when they are afraid and must give the alarm. I scream, awake Gil, we look out the window and see a long, thin black shadow running away, frightened. Almost certainly, a stone marten. The reinforced hutch held up, the door did not open because we close it with three security systems, but we know that a rabbit could also die for fear. And so could we. Gil ran down with Tess, we started screaming like pot sellers at the village fair and Tess ran and smelled and chased the olfactory track. The rabbits had hidden themselves in the underground part of the den, and they were alive. This morning they were shagging as if nothing had happened, or maybe they were simply celebrating life, which is the essence of rock. Thank you, Iguana, for keeping me awake.

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